Attività Segreteria Generale

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA NAZIONALE

07 DICEMBRE 2016

IL CAPOLAVORO DI FRANCESCO CAIO

 

Il referendum costituzionale appena concluso ha evidenziato risvolti preoccupanti per la tenuta democratica del nostro Paese con una irritualità di comportamenti unica nella nostra storia.

 Mai in passato si era registrata una simile aggressività ed una così strana concentrazione di poteri intorno alle ragioni del buon esito del quesito referendario, sino a coinvolgere interi gruppi dirigenti di grandi aziende a partecipazione pubblica come Poste Italiane.

 Le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato a favore del SI, unitamente alle strane visite sui territori di autorevoli manager alla vigilia della competizione, sono da subito apparse, agli oltre 140.000 dipendenti della più grande azienda italiana, inusuali e fuori luogo.

 Guarda caso, in tale frangente temporale, 1405 tra quadri e dirigenti sono stati chiamati a raccolta su Roma, con pesanti costi aziendali, per una convention autocelebrativa che nulla ha espresso in relazione alla situazione di preoccupante criticità in cui versano i servizi.

 Se qualcuno in Azienda ha pensato di condizionare il libero convincimento e la libertà di espressione del popolo postale ha ottenuto un risultato finale esattamente opposto ai desiderata del committente.

 La maggioranza dei lavoratori di Poste ha bocciato la riforma della nuova architettura istituzionale proposta dal Governo, mandando anche un chiaro messaggio contro il progetto di privatizzazione ormai prossimo alla definitiva realizzazione.

 L’arroganza di Caio, il suo sprezzante sentimento di delegittimazione per le parti sociali e per i lavoratori di Poste, alimentano logiche di disgregazione di un tessuto aziendale considerato, sino al suo arrivo, un’eccellenza nel contesto economico italiano, e maturato in oltre 15 anni di duro processo di risanamento condiviso con il sindacato.  Funzionale al suo progetto un impianto di relazioni industriali lacerato, svuotato di ruolo e delegittimato.

 Il  settore del recapito è oramai al capolinea, gli uffici in grossa difficoltà  anche per le pressioni commerciali non più sostenibili; gli altissimi livelli di stress da lavoro correlato non sono degni di una moderna azienda, ad oggi sempre a maggioranza pubblica.  E ancora, un rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale che tarda ad arrivare per il tentativo aziendale -  riuscito - di spaccare il fronte sindacale, per ridurre tutele e diritti.  Infine i tagli consistenti di personale, gli esodi, l’aumento a dismisura dei carichi di lavoro, l’arbitrarietà nelle scelte, il codice disciplinare utilizzato come mannaia.

 L’arroganza di una classe dirigente divenuta casta, completano il quadro: questo il capolavoro di Caio.  Complimenti!