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Attività Segreteria Generale

LETTERA APERTA DEL SEGRETARIO GENERALE SLP-CISL

09 OTTOBRE 2008

LETTERA APERTA DEL SEGRETARIO GENERALE SLP-CISL

 

 

Tirati prepotentemente in ballo da un lungo scritto del Slc-Cgil sono doverose alcune brevi considerazioni per ribadire la “nostra” posizione. Precisiamo di non aver capito molto di quella lettera perché come Cisl siamo assai lontani da quel linguaggio e da quella cultura.         

Ne abbiamo colto però i messaggi trasversali, le subdole insinuazioni, gli avvertimenti neanche tanto velati e le connivenze  che ne ispiravano lo scritto. E poichè ognuno, liberamente, racconta la propria verità, ecco la nostra.

L’accordo sul recapito che ci si contesta, frutto di lunghissima negoziazione, fu condiviso da quasi tutti i Sindacati e, quel che più conta, fu largamente approvato dai lavoratori su tutto il territorio nazionale (ah la democrazia!). L’errore di non averne preteso la sperimentazione ed il successivo fallimento della implementazione sui territori ci indusse a aprire uno scontro per apportarne i necessari correttivi. Cosa che fu fatta con il concorso di tutti.

Per quanto attiene all’accordo sulla sportelleria voglio assicurare i miei colleghi che non si è trattato nè di mediazioni bruciate, né di accordi conviviali disattesi. Abbiamo solamente capito che era l’ennesimo bluff di relazioni industriali. E lo abbiamo capito quando l’Azienda non ha accettato uno strumento di verifica per avere, come sempre, le mani libere nella manipolazione dei numeri. I fatti ci danno ragione: oggi gli sportellisti sono meno di allora e gli uffici sono rimasti nelle medesime difficoltà.

Per quanto attiene al Premio di Produttività forse è meglio stendere un velo pietoso: non occorreva un grande accordo sindacale  per erogare ai lavoratori un acconto dei loro soldi. Serviva invece uno sforzo per negoziare il nuovo Premio con nuovi importi.

Infine l’accordo sui “Ricorsisti”: ci dispiace che i rappresentanti della Cgil presenti ai tavoli negoziali non informino compiutamente il loro Segretario Generale di come si svolgano gli eventi. Nella riunione del 26 giugno SLP non solo era presente all’incontro, ma avanzò una serie di richieste, diverse dalla proposta aziendale, che furono integralmente recepite nel testo definitivo dell’accordo. Avevamo solamente chiesto di spostare di qualche giorno l’incontro del 10 luglio per impedimenti oggettivi. Con un pizzico di cattiveria potremmo dire che senza SLP-CISL in quel 26 giugno altri Sindacati avrebbero sottoscritto la proposta aziendale che sanava solo 4000 ricorrenti, rinunciatari al primo accordo del 2006.

La lettera della Cgil affronta poi la rottura dei rapporti sindacali e le responsabilità dell’A.D. Ing. Sarmi, ma omette di ricordare la genesi della frattura tra Sindacati e tra questi e l’Azienda. Si stende un velo pietoso su chi quella frattura la provocò, la alimentò, oseremmo dire la foraggiò e la sta ancora foraggiando.

 Si invoca da tempo la “discontinuità” in Poste Italiane. Ma discontinuità vuol dire “fatti da parte tu che mi ci metto io?”. Beh questa discontinuità l’abbiamo già conosciuta ai tempi di Passera, ma non ha avuto vita lunga. I lavoratori mettono sempre le cose a posto, anche contro le volontà del Management di turno.

Noi non abbiamo da difendere nessuno: né un Amministratore Delegato, né un Presidente, né un Capo Divisione, né tantomeno il Governo. Ognuno sa difendersi da solo, ma attaccare il mondo intero perché i conti non tornano è un pò complicato da accettare.

Anche noi incalziamo l’Ing. Sarmi (dicono sia il nostro sport preferito), ma lo facciamo perché vediamo un’Azienda stanca e ripiegata su stessa, senza più idee, senza più scatto e che ristagna in un pantano  dove c’è chi tira a campare. E per la verità campa pure bene. Lo incalziamo per arginare il crollo dei volumi e dei ricavi, perché qualche Divisione è allo sbando e perché i centri di potere, dove l’Azienda e’ gestionalmente inquinata prosperano.

 Tutto il resto non ci interessa. Ricordo ai Dirigenti della Cgil che abbiamo smesso da anni di essere le Poste ministeriali. E lo testimoniano la fatica, il dolore e i prezzi pagati per portare avanti una Riforma storica. E in testa c’eravamo noi, la CISL. E, non arroccandoci, abbiamo pagato il prezzo più alto.

Per questo abbiamo le carte in regola per farcela da soli la campagna elettorale per le RSU. Non ci servono né ascari, né portatori d’acqua. Noi rispettiamo le scelte di tutti: di chi concorre e di chi ha deciso di non farlo per ragioni che non sindachiamo. Qualcuno vorrebbe impartirci lezioni di democrazia sindacale, ma quel qualcuno dimentica o disconosce che in Poste Italiane tutti i grandi accordi negoziati dai Sindacati sono sempre finiti al vaglio e al voto dei lavoratori. Sempre!! Altro che RSU!

Ci rammarica però che nessuno dei suoi abbia mai riferito al Segretario Generale del Slc Cgil che noi da tempo abbiamo detto SI alla delegazione nazionale delle RSU: con compiti, regole e rappresentanza da concordare, ma questo non vuol dire sostituire  i Sindacati nella loro funzione di soggetto negoziale. Qui  l’abisso tra la CISL (e anche la UIL) e la CGIL resta enorme. E noi, piccolini, quell’abisso non possiamo colmarlo.

Ci dispiace anche di non condividere il percorso indicato da Cgil per recuperare le relazioni industriali. Sarebbe fin troppo comodo tirare la carretta e consentire ai soliti noti che hanno sfasciato tutto di gongolare ancora. Pensiamo sia arrivato il momento di uscire dal vago e dare nome e cognome ai guai dell’Azienda.

In ogni caso noi continueremo a fare la nostra parte perché siamo convinti che gli anni che ci attendono e gli eventi che coinvolgeranno il settore postale saranno stravolgenti.

Noi ai lavoratori ci pensiamo davvero e i lavoratori l’hanno sempre capito.            Tutto il resto è filosofia della politica.

 

 

 

                                                                  Mario  Petitto

 

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