Attività Segreteria Generale

PETITTO:

16 GIUGNO 2008

PETITTO:

 

 

NON C’E’ PIU’ RELIGIONE

 

 

Giovedì notte e’ stato sottoscritto un accordo di minoranza tra l’Azienda e tre Organizzazioni Sindacali. In circostanze come questa, di fronte a evidenti fratture sindacali, ogni Organizzazione ha legittimità a spiegare le ragioni che l’hanno indotta a condividere o respingere un accordo, aspettando poi il giudizio dei lavoratori.

E così hanno fatto tutti i sindacati. Tutti tranne uno: la UIL Post che, uscendo dal seminato, ha ritenuto di infarcire la spiegazione dell’accordo con giudizi gratuiti sulla CISL Poste. Dinnanzi a un atto così grave, tipico da sindacato giallo, non possiamo che scendere sullo stesso terreno, direttamente, senza neanche scomodare Belfagor e la sua satira.

Nel documento, di dubbia valenza etica, della UIL Post, riferendosi esplicitamente al SLP-CISL si afferma che … “Non sempre si pone al centro dell’iniziativa sindacale l’interesse autentico della gente” e ancora …”SLP ha mantenuto un incomprensibile comportamento sostenuto con argomenti pretestuosi … che ci hanno fatto maturare il convincimento che fossero esclusivamente funzionali al sostegno di una indubbia quanto sterile posizione di retroguardia”.

Queste parole ci hanno incuriosito e siamo andati a rovistare nei nostri forniti archivi sindacali e possiamo assicurare i lavoratori postali che, a differenza di tutte le altre sigle sindacali, non vi e’ traccia, negli ultimi trenta anni, di una benché minima autonoma battaglia della UIL Post finalizzata “all’interesse autentico dei lavoratori”.

D’altro canto tutti hanno ancora ben presente da che parte stava la UIL Post durante la gestione di Passera e Micheli quando si consumava la più feroce persecuzione dei lavoratori postali che la storia ricordi.

Si dice ancora che la posizione della CISL Poste sia di “retroguardia”.

Ci permettiamo di fare presente come termini quali “retroguardia”o “avanguardia” o “trincea” appartengano alla strategia di chi lotta o fa battaglie e non possono quindi appartenere alla cultura o al linguaggio della UIL Post che le disconosce totalmente. Infatti a memoria di uomo postale non si ricorda la UIL Post in prima linea di fronte al fuoco nemico.

Meglio sempre le calde “furerie”.

Si dice ancora nel documento della UIL che questo accordo …”Ha fatto illudere una Organizzazione Sindacale che si potesse inopinatamente continuare ad esercitare il diritto di veto. A prescindere”.

Scusate a prescindere da chi? Da loro? Ai deboli di memoria ricordiamo che la storia sindacale postale ha visto sempre la CISL come traino di tutti gli accordi sottoscritti e mai di ostacolo con diritto di veto, perche’ se cosi’ fosse stato ben pochi accordi sarebbero passati in questa Azienda e non certo per una presunta arroganza di un gruppo dirigente ma di certo per il peso che i lavoratori hanno sempre conferito alla nostra Organizzazione.

Lo scontro sull’accordo del recapito che ha fatto emergere il disastro di un servizio che era sotto gli occhi di un intero popolo non era un diritto di veto. E i fatti lo hanno dimostrato.

E quello che emergerà nei prossimi mesi negli uffici postali, dove i lavoratori non sanno piu’ cosa fare e come lavorare dimostrerà ancora una volta che il nostro non era un diritto di veto. Ma sicuramente parliamo di problemi sindacali sconosciuti alla UIL Post.

Infine si legge nel documento della UIL che questa e’ …”Una condizione totalmente inaccettabile che mette in evidenza una progettualità inconsistente, incompleta, insufficiente”. Beh, perdonateci l’ardire, ma e’ il caso di dire che non c’e’ più religione.

Ma si sono mai fatti l’esame di coscienza? Ma hanno mai fatto un’analisi serena delle loro condizioni? Ma conoscono le province, le Regioni, il territorio nazionale, i gruppi dirigenti?

 Parlano di progettualità? E in quale vocabolario hanno scovato questa parola? Loro che campano   e vivacchiano dappertutto parlano della progettualità  altrui? Forse non ci si accorge o si finge di non capire che le condizioni di Poste Italiane sono assai delicate e gravi in termini di qualità dei servizi, di clientela che scappa, di condizioni difficili per i lavoratori.

Direttori di Filiale che accendono i ceri sperando in un budget che nessuno raggiunge più. Responsabili commerciali sbandati che non sanno più come e cosa vendere e a chi.

Direttori di ufficio col fiato corto. Sportellisti esasperati. Portalettere alla deriva. E’ questa la battaglia di retroguardia della CISL? Roba da matti.

Abbiamo scritto queste righe controvoglia  e contro la nostra etica, perchè anche in tempi di dissensi sindacali non bisogna perdere la bussola. Ma questa volta era troppo!!!

Ricordate la favola di Fedro quando la rana volle diventare come il bue?

Si gonfiò …. Si gonfiò…. Si gonfiò e alla fine scoppiò.

Noi aspettiamo pazienti il giudizio dei lavoratori.

 

Buona fortuna a tutti.

                                               Mario Petitto